Oltre che ad incidere nell’evitare lo smaltimento in discarica e sull’utilizzo di materia prima vergine, il riciclo degli imballaggi in acciaio influisce, anche sui consumi di energia nella produzione di materia prima. L’insieme delle attività che, a partire dal rifiuto, portano alla re-immissione sul mercato della materia prima seconda sono meno energivore e impattanti delle attività necessarie a rendere disponibile l’equivalente materia prima vergine (dall’estrazione, alla lavorazione, al trasporto finale).
Anche di questo si è parlato ieri al Forum QualeEnergia in svolgimento a Roma dall’1 al 2 dicembre. Organizzato da Legambiente, Editoriale La Nuova Ecologia, Kyoto Club e in partenariato con Cobat, l’iniziativa propone un confronto tra istituzioni, imprese, mondo dell’economia e della ricerca sull’efficienza energetica e le fonti rinnovabili. Due giorni di dibattito con amministratori pubblici, docenti universitari e imprenditori impegnati in incontri e faccia a faccia condotti da giornalisti specializzati.
Nella terza sessione del primo giorno dedicata all’Economia CIrcolare come leva che fa bene ai cambiamenti climatici, Roccandrea Iascone, responsabile Comunicazione di RICREA, ha sottolineato i vantaggi derivanti dalle 370.963 t. di imballaggi avviati a riciclo nel 2020, che si sostanziano in 19 M€valore economico della CO2 evitata; 7.732 TJ di energia primaria risparmiata; 417.000 t. di materia prima risparmiata; 629.000 t. di CO2 eq evitate.
