
Di acciaio green come materiale per un imballaggio sostenibile in linea con i principi di Economia Circolare si è parlato oggi alla tavola rotonda, organizzata da Ricrea, Anfima e Anicav alla Fiera Cibus di Parma.
Tra gli argomenti trattati quelli relativi alle filiere dell’acciaio e il loro impatto ambientale in termini di emissione di CO2; le possibilità per l’attenuazione di tali aspetti; le modalità attuali del riciclo di banda stagnata e i metodi percorribili e plausibili per renderlo possibile.
Coordinati da Francesca Zecca, direttore di FOOD, ne hanno parlato Carlo Mapelli, professore ordinario di Materials Engineering and Recycling e Applied Metallurgy al Politecnico di Milano; Stefano Ciafani, presidente di Legambiente; Domenico Rinaldini, presidente del Consorzio Ricrea Giovanni Cappelli, direttore generale di Anfima e Giovanni De Angelis, direttore generale di Anicav.
Per Carlo Mapelli tra le prossime sfide per l’economia circolare degli imballaggi in acciaio c’è quella di realizzare l’acciaio per imballaggio dal riciclo dei contenitori stessi e per farlo bisogna separare lo stagno presente in essi. La ricerca deve quindi intensificare i suoi sforzi in questa direzione.
Nel mondo delle conserve, ha sottolineato Giovanni De Angelis, il barattolo è da sempre alleato del pomodoro. Solo per questo frutto in Italia ogni anno vengono inscatolati 3,5 miliardi di barattoli, che messi in fila fanno 700.000 km utili a compiere il giro della Terra 15 volte.
Nel suo intervento Giovanni Cappelli ha ribadito che ANFIMA è pronta a dare garanzie alle aziende di filiera e per questo il 27 maggio presenterà a Roma il Manifesto di Sostenibilità che vuole essere uno spunto su questo tema tanto sensibile.
Dal punto di vista ambientale Domenico Rinaldini rivendica dati positivi sul sistema di raccolta e riciclo degli imballaggi grazie alla rete creata dal Sistema Conai/Consorzi. L’Italia è più efficiente di altri paesi nel riciclo di acciaio: per gli imballaggi il tasso si aggira all’80%, obiettivo prefissato al 2030 dall’UE.
Un segnale molto importante viene evidenziato da Stefano Ciafani, secondo il quale se andiamo a scavare nelle miniere urbane non ancora utilizzate per carenze di servizi di alcune grandi città italiane abbiamo ancora ampi margini di miglioramento nelle percentuali di riciclo dei materiali.